Nelle
tabelle prestazionali dei velivoli, un dato importante è la cosidetta
lunghezza di decollo. Essa erroneamente viene spesso interpretata come
quella distanza necessaria all'aereo ultraleggero per poter staccare le
ruote dal terreno. In realtà non è così, poichè la distanza di
decollo tiene conto anche del superamento di un ostacolo avente
un'altezza di 15 m. Quindi, quando sulle schede riportanti la
prestazioni di un velivolo si legge il valore della lunghezza di decollo,
essa deve essere
interpretata come quella distanza che un ulm deve compiere, partendo da
fermo, per poter superare un ostacolo avente l'altezza di 15 metri (ad
esempio un albero o un edificio di quattro piani per intenderci). E'
evidente che
tale
considerazione è piuttosto importante.
Entrando in un dettaglio maggiore, la distanza di decollo è costituita da
tre differenti fasi: 1) la corsa di rullaggio 2) la fase di manovra 3) la
fase di salita. La corsa di rullaggio è la distanza che è effettivamente
necessaria all'ultraleggero per poter staccare le ruote dalla pista. La
fase di manovra è quella in cui il velivolo cambia direzione per assumere
una traiettoria di salita corrispondente alla velocità di salita ripida
(ossia quella velocità che permette il maggior guadagno di quota possibile a parità di
distanza orizzontale percorsa sul terreno. La fase di salita corrisponde
al tratto inclinato della
traiettoria
che è necessario per poter superare
l'ostacolo standard
di 15 metri. La corsa di rullaggio inizia dal momento in
cui il velivolo possiede velocità nulla Vo
e termina nel
momento nel quale l'aereo ultraleggero raggiunge la velocità di decollo
Vd (vedi lavagna sopra) . La velocità di decollo corrisponde alla
velocità di stallo maggiorata di un valore variabile dal 10 al 30%, a
seconda delle indicazioni del costruttore. Per il calcolo della
lunghezza della corsa di rullaggio è necessario tenere conto
dell'inerzia del velivolo, dell'attrito delle ruote sulla pista; della
portanza e della resistenza aerodinamica, della trazione del motore.
Essa viene determinata mediante un calcolo integrale oppure con un
metodo di calcolo a d intervalli finiti (si considerano vari intervalli
di aumento di velocità sulla pista). La fase di salita corrisponde ad
un arco di cerchio nel quale il velivolo cambia traiettoria. La fase di
manovra inizia quando il velivolo possiede la velocità di decollo Vd, e
termina quando la traiettoria è inclinata rispetto all'orizzonte di un
angolo pari all'angolo di rampa massimo per il velivolo. La successiva
fase di salita termina al momento del raggiungimento da parte del
velivolo di una quota pari a 15 metri. La lunghezza di decollo è quindi
definita come la somma della corsa di rullaggio Dr, della fase di
manovra Dm e della fase di salita Ds (vedi lavagna).
Ing.
Massimiliano Ghielmetti; docente di Aerotecnica
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